martedì 28 novembre 2023

Piattaforma per il rinnovo del CCNL delle Telecomunicazioni

Pubblichiamo il documento contenente la Piattaforma per il Rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle Telecomunicazioni.

Il percorso di rinnovo prevederà le assemblee dei lavoratori per esaminare, discutere e votare la piattaforma, proponendo eventuali modifiche ed integrazioni alla stessa.

Il documento è consultabile QUI .



giovedì 2 novembre 2023

Comunicato Sindacale Ericsson Italia

Lo scorso 19 ottobre si è svolto in modalità da remoto l’incontro tra la Società Ericsson Italia, le Segreterie Nazionali e Territoriali di SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL UGL Telecomunicazioni e le RSU dei vari siti produttivi, per il monitoraggio previsto dall’Accordo sottoscritto lo scorso 9 giugno. L’azienda ha reso noto che hanno aderito all’incentivazione all’esodo 46 lavoratrici e lavoratori dei 114 dichiarati in eccedenza. Ericsson Italia ha, inoltre, informato di considerare il numero di adesioni all’Accordo non congruo alle aspettative, ribadendo serie preoccupazioni sul mantenimento del perimetro occupazionale, considerato il calo di attività previsto in alcuni specifici reparti a partire dal prossimo 2024. Le OO.SS, nel prendere atto della comunicazione aziendale, ribadiscono quanto sostenuto in sede di confronto relativamente all’ultima procedura di licenziamento chiusa con Accordo: non può essere l’incentivazione all’esodo l’unica soluzione possibile nel provare ad affron- tare gli impatti della digitalizzazione e di un mercato che ha perso 15 miliardi di ricavi in 10 anni. Ericsson Italia deve aprirsi al confronto seriamente, ricercando soluzioni alternative o complementari agli esodi incentivati, quali la formazione finalizzata alla riqualificazione professionale, o i vari strumenti di accompagnamento alla pensione forniti dalla Legge. Le Segreterie Nazionali hanno in oltre stigmatizzato il comportamento di alcune linee manageriali operative ben oltre i limiti della condotta antisindacale. Non è attraverso meeting disfattisti o negando accesso al lavoro agile che Ericsson può pensare di “incentivare” all’esodo le lavoratrici ed i lavoratori. A partire dal prossimo novembre, qualora gli “annunci” di qualche zelante manager, trovino conferma nell’impossibilità di accedere allo smart working di lavoratrici e lavoratori interessati alla procedura di riduzione del personale, sarà una chiara conferma della violazione degli accordi sottoscritti, per i quali procederemo ad intraprendere le azioni, individuali e collettive, volte al ripristino ed al rispetto degli stessi.


Roma, 24 ottobre 2023

LE SEGRETERIE NAZIONALI

SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL UGL-TELECOMUNICAZIONI

mercoledì 4 ottobre 2023

Comunicato unitario segreterie nazionali

Lo scorso 30 settembre erano in scadenza gli accordi individuali relativamente all’Accordo, sottoscritto tra le organizzazioni sindacali ed Ericsson, che regolamenta condizioni di accesso e modalità di svolgimento del lavoro agile. Con non poco stupore apprendiamo che, ad alcuni tra lavoratrici e lavoratori che hanno operato in regime di lavoro agile fino al mese di settembre, è stata negata la possibilità di accedere allo smart working, in totale violazione di quanto previsto dall’intesa raggiunta tra azienda e sindacato.

Considerato che “casualmente” questo rigetto è avvenuto per lavoratori considerati in eccedenza all’interno dell’ultima procedura di licenziamento avviata da Ericsson, questa modalità operativa sembrerebbe un chiaro “incentivo all’esodo”. È vero che a pensar male spesso ci si sbaglia, ma alcune volte ci si “azzecca”!!!

Le Segreterie nazionali di SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL diffidano l’Azienda dal proseguire in questa modalità operativa, non solo eticamente discutibile, ma di sicuro in violazione a quanto previsto dall’Accordo sottoscritto in relazione alla regolamentazione del lavoro agile. In assenza del ripristino delle condizioni dello stesso Accordo, non esiteremo a tutelare le lavoratrici ed i lavoratori interessati da questa chiara forzatura aziendale, sia collettivamente che singolarmente.

La violazione di un Accordo sottoscritto tra le parti è una chiara condotta antisindacale, una violazione dello Statuto dei Lavoratori, sanzionabile dalla Legge. Ericsson Italia, nota alle cronache per il record di procedure di riduzione del personale ed un contenzioso legale senza paragoni (che ha visto quasi sempre soccombere l’Azienda!), eviti di aggiungere un ulteriore sconfitta al proprio curriculum giuridico, e ripristini condizioni di accesso all’Accordo di smart working secondo quanto stabilito dalla contrattazione collettiva da lei stessa sottoscritta e condivisa.

Roma, 3 ottobre 2023

Le Segreterie Nazionali

SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL

mercoledì 30 agosto 2023

Fondo bilaterale del settore Telecomunicazioni

Dichiarazioni di Alessandro Faraoni - Segretario Generale FISTel Cisl

Dopo un lunghissimo iter presso l'Inps e al MdL, a seguito dell'accordo tra Asstel e le OO.SS. firmatarie del CCNL, è stato firmato dal Ministro del Lavoro il decreto per avviare il Fondo di Solidarietà del Settore delle TLC. Il Fondo assume una valenza fondamentale - dichiara Alessandro Faraoni Segretario Generale della FISTel Cisl - per affrontare le crisi del settore e la transizione digitale che è stata avviata nel nostro Paese. Il Fondo per l'operatività immediata dovrebbe essere integrato da risorse pubbliche nella fase di avvio e iniziare la contribuzione dei lavoratori e imprese. L'obiettivo è di accompagnare volontariamente i lavoratori con requisiti verso la pensione e garantire il remix generazionale, affrontare il tema delle competenze digitali con una grande azione formativa, riconversioni professionali per assorbire gli esuberi e dotare i Call Center di ammortizzatori sociali strutturali e soprattutto puntare al rilancio di un settore strategico che negli ultimi anni ha perso 1/3 del suo valore di mercato. Per Faraoni il Fondo deve essere la grande opportunità di rilancio e sostenibilità dell'industria dei Call Center, bisogna superare la precarietà puntando sulla qualità del servizio, superare i PT involontari e combattere il dumping contrattuale con regole certe nel rispetto del fattore lavoro e della dignità dei lavoratori garantendo salari dignitosi e diritti. Il contratto unico dei Call Center è l'altro strumento complementare che sollecitiamo al Ministro del Lavoro per dare certezze a migliaia di lavoratrici e lavoratori che vivono ai margini della filiera delle TLC. Nessuna deroga contrattuale dovrà più consentire di scaricare sulla pelle dei lavoratori le inefficienze organizzative delle imprese e soprattutto della committenza pubblica attraverso gare al massimo ribasso.

La FISTel Cisl crede che gli strumenti della contrattazione, come appunto il Fondo Bilaterale, frutto di buone relazioni industriali con Asstel possa portare soluzioni strutturali e innovative ad un settore che cambia velocemente sia nella declinazione industriale che nell'organizzazione del lavoro.

Roma 16 Agosto 2023

Il Segretario Generale

Alessandro Faraoni

venerdì 7 luglio 2023

Incontro al MIMIT con il Ministro Adolfo Urso

Si è svolto l'incontro sul settore delle TLC al ministero delle Imprese alla presenza del Ministro Urso e della Sottosegretaria Bergamotto.

Come OO.SS abbiamo ribadito con forza come il settore nel suo complesso sia ormai vicino ad un punto di non ritorno. A partire dalla vicenda Tim e rete unica, passando per la sostenibilità degli altri gestori anch'essi interessati a processi di riorganizzazione e delle intere filiere degli appalti , call center ed imprese di appalti telefonici. La ormai atavica assenza di politiche industriali che si registra da oltre un ventennio sta ormai mettendo a serio rischio la tenuta occupazionale e lo sviluppo infrastrutturale del paese.

Sulla vicenda Rete unica e Tim il sindacato ha rinnovato la richiesta di non decidere - come già altri governi nel passato,- di assistere passivamente ad ulteriori scempi. Lo spezzatino dell'azienda come più volte denunciato dal Sindacato mette a rischio il posto di lavoro di migliaia di persone e condanna il paese alla irrilevanza anche sul piano europeo e del relativo riassetto.

I rappresentanti governativi hanno dal canto loro ribadito come, sebbene rispettosi delle scelte che opererà il mercato, all'esecutivo resta in capo la "golden power" ovvero la possibilità di bloccare l'operazione qualora il piano industriale complessivo non rispondesse a criteri di difesa occupazionale e infrastrutturali nel senso di una rete di comunicazione a controllo pubblico.

Alla fine dell'incontro è stata ribadita dal Governo la disponibilità a condividere un percorso col sindacato che accompagni le decisioni che matureranno nel tempo a partire dalla tutela dell'occupazione. Le OO.SS. hanno evidenziato in particolare la preoccupazione delle migliaia di lavoratori che potrebbero confluire nel mondo dei servizi. Il Ministro ha inoltre annunciato delle prossime decisioni legislative che dovrebbero portare qualche beneficio ad un settore che procede su una strada distruttiva e non più sostenibile.

__________________________________________________________

SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione

FISTel - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni

martedì 20 giugno 2023

Piano di formazione Fondimpresa

Il giorno 16 giugno 2023 è stato firmato un accordo per un piano di formazione finanziato Fondimpresa, che erogherà un totale di 119 ore di formazione nelle sedi di Roma e Milano.

TESTO DELL'ACCORDO


martedì 13 giugno 2023

Comunicato accordo procedura di licenziamento

Lo scorso 9 giugno si sono incontrate le Segreterie Nazionali e Territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, il coordinamento Rsu e l'azienda Ericsson per discutere relativamente alla procedura di riduzione del personale avviata dall'azienda per 134 lavoratrici e lavoratori.

Al termine del confronto è stato raggiunto un accordo che chiude la procedura, individuando come unico criterio, in deroga alla legge, la non opposizione al licenziamento.

A fronte della adesione volontaria, sarà possibile accedere ad un sistema di incentivazione all'esodo, così definito:

  • 48 mensilità + 15 mila euro, per chi aderisce entro il 31 luglio con uscita il 30 settembre.
  • 48 mensilità + 8mila euro, per chi aderisce entro il 31 agosto con uscita il 30 settembre.
  • 48 mensilità, per chi aderisce entro luglio con uscita fino al 31 dicembre.
  • 34 mensilità per chi aderisce a partire dal 1 settembre con uscita il 31 dicembre.

Previste, a prescindere dal periodo di adesione ed uscita, ulteriori 1000 euro a titolo di transazione generale.

Le Segreterie Nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil pur esprimendo apprezzamento per la chiusura della procedura di licenziamento, tenuto conto di quanto accade nel settore, non possono comunque che ribadire quanto non sia più sostenibile limitare il confronto con Ericsson Italia, solo ed esclusivamente per procedure di riduzione del personale.

Il confronto su un integrativo aziendale che coniughi il miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle persone e redistribuisca salario per rispondere all'andamento inflattivo, non è più rinviabile.

A tal fine, nell'incontro di verifica calendarizzaro entro l'autunno, sarà ribadita la rivendicazione e, in assenza dell'avvio di un serio percorso negoziale sui temi posti dal sindacato, saranno messe in atto tutte le azioni a tutela e sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori di Ericsson.

Roma, 12 giugno 2023

Le Segreterie Nazionali

SLC/CGIL FISTEL/CISL UILCOM/UIL

venerdì 9 giugno 2023

Accordo procedura di licenziamento collettivo 3 maggio 2023

Venerdì 9 giugno 2023 sono stati siglati gli accordi che chiudono la procedura di licenziamento collettivo avviata il 3 maggio scorso.

Ai termini di legge quindi verrà sostituito il principio della non opposizione al licenziamento.

ACCORDO

PIANO DI INCENTIVAZIONE

VERBALE DI INTESA


lunedì 5 giugno 2023

COMUNICATO RAPPRESENTANZE SINDACALI UNITARIE ERICSSON TELECOMUNICAZIONI ROMA

 

Il prossimo martedì 6 giugno l’intero settore delle telecomunicazioni sciopererà.
Di seguito qualche indicazione pratica per i colleghi che vorranno aderire allo stesso e alla manifestazione.
  • Lo sciopero è indetto per l’intero turno di lavoro (8 ore), quindi chi aderisce può astenersi da qualsiasi prestazione lavorativa nella giornata
  • Chi ha il turno di reperibilità è tenuto alla prestazione del servizio secondo gli accordi aziendali di secondo livello; ciò vuol dire che forniranno il servizio fino alle ore 8:00 di martedì 6 giugno e dalle 17:00 dello stesso in poi. Tra le 8:00 e le 17:00 possono spegnere il telefono di reperibilità e scioperare. Questo a differenza del passato, quando l’azienda rientrava nella normativa del servizio pubblico essenziale (legge 146/90) per via dei managed services di H3G, ormai abbandonati, e tramite ordine di servizio scritto precettava i colleghi in reperibilità
  • Per chi vorrà partecipare alla manifestazione, l’appuntamento è alle 10:30 del 6 giugno in piazza Santi Apostoli a Roma

martedì 30 maggio 2023

Assemblea Sincacale Retribuita TEI - Ericsson Telecomunicazioni

 

MERCOLEDÌ 31 MAGGIO 2023

ASSEMBLEA SINDACALE RETRIBUITA

ERICSSON TELECOMUNICAZIONI

DALLE 10 ALLE 11 IN SALA MENSA

E DA REMOTO

https://meet.google.com/oez-cfkj-cfb

ORDINE DEL GIORNO:

SITUAZIONE AZIENDALE E DEL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI

SCIOPERO DEL 6 GIUGNO

 

giovedì 18 maggio 2023

Comunicato unitario sciopero settore telecomunicazioni 6 giugno 2023

 SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL: al via la mobilitazione del settore TLC A rischio 20.000 posti di lavoro diretti e migliaia negli appalti

Il settore delle Telecomunicazioni è arrivato ad un bivio drammatico. Le contraddizioni che il sindacato confederale unitariamente denuncia da anni, in solitaria e senza la giusta attenzione delle Istituzioni, stanno esplodendo con una veemenza che rischia di impattare pesantemente sull’intero perimetro occupazionale del settore.

È giunto il tempo di contrastare, con forza, una deriva che rischia di affossare il comparto, avviando un percorso di mobilitazione che interessi tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore.

Il modello economico assunto ha prodotto, nell’ultimo ventennio, dinamiche completamente sbagliate. Il settore delle telecomunicazioni, in tutti i paesi tecnologicamente avanzati, è uno dei pochi comparti ancora in grado di coniugare occupazione di qualità nonostante la fase di grande difficoltà che tutto il continente attraversa. In termini di risultati economici, volendo comparare le performances 2022 delle Telco europee rispetto al mercato italiano, si evidenzia un quadro con qualche sofferenza nell’intero Continente, ma di certo non paragonabile a quanto avviene nel Paese. Un mercato che brucia oltre un miliardo di ricavi l’anno, con un lento e inesorabile “stillicidio” occupazionale, che nell’ultimo decennio ha praticamente dimezzato la forza lavoro dei maggiori gestori italiani.

Sul versante occupazionale, infatti, il settore è stato caratterizzato negli ultimi 15 anni dal continuo ricorso ad ammortizzatori sociali, esodi incentivati, tagli nella contrattazione aziendale, perdite di professionalità importanti, e blocco pressoché totale del ricambio generazionale. La ricetta messa in campo, di recente, dalle principali Telco per gestire gli effetti di un mercato deregolamentato, è quella di dividere l’industria (le infrastrutture di rete) dai servizi. Una impostazione miope che impoverirà ancor di più il settore, trasformando aziende leader del comparto TLC a meri rivenditori di servizi, i cui azionisti di riferimento non sono neanche italiani.

Questa prospettiva preoccupa fortemente, in particolar modo per quanto riguarda le società che rimarranno senza infrastrutture di proprietà, e con ancora un saldo occupazionale importante. In un contesto di mercato ipercompetitivo, le aziende, per poter sostenere questo modello, dovranno continuare a rivedere al ribasso la struttura dei costi, andando a colpire inesorabilmente il costo del lavoro, generando una conseguente continua riduzione dei perimetri occupazionali. Estremamente preoccupante la condizione di TIM, in un modello così definito, tenuto conto dell’impressionante mole debitoria che grava sull’azienda per circa 23 miliardi di euro. Da anni il Sindacato chiede di aprire un confronto con le Istituzioni relativamente alla situazione dell’ex monopolista, e da anni sistematicamente l’unica risposta è l’imbarazzante silenzio dei vari esecutivi, che preferiscono sfuggire al problema anziché provare a trovare quelle soluzioni che garantiscano al Paese la possibilità di avere un soggetto nazionale di riferimento, così come avviene in tutti i principali paesi europei.

La situazione non è migliore nel comparto dei customer in outsourcing, già storicamente in affanno, con le aziende più rappresentative impegnate a ricercare soluzioni ai mali atavici del settore, minacciando ad ogni rinnovo, l’uscita dal contratto delle Telecomunicazioni.

Una ulteriore scelta miope e senza una visione prospettica. Ridurre salari e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori non metterebbe in sicurezza il settore dalle politiche “ribassiste” della committenza. In assenza di una legge sulla rappresentanza, o di un intervento governativo che stabilisca il contratto di riferimento, ci sarà sempre chi troverà un contratto dal costo inferiore per poter offrire ulteriori ribassi, o ancora, alternative peggiori quali il ricorso all’offshoring.

Nonostante le importanti conquiste ottenute dal Sindacato confederale (la legge sulla “Clausola sociale” per gestire i cambi appalto, le tabelle ministeriali per il costo del lavoro minimo), ancora oggi troppi committenti, a cominciare dalla pubblica amministrazione, ricorrono a fornitori che applicano contratti “pirata” che generano esclusivamente abbattimenti di salario e riduzioni diritti per le lavoratrici ed i lavoratori. Non è più rinviabile per questo settore stabilire il contratto di riferimento, così da impedire questa rincorsa verso l’abisso.

È questa la vera battaglia da sostenere a tutela dell’intero settore Crm/Bpo!!!

Nello scenario descritto, le Istituzioni non stanno svolgendo alcun ruolo regolatorio, nessun intervento strutturale che possa dare stabilità al settore rilanciando un asset strategico per il sistema paese e tutelando oltre 120mila addetti che operano nel variegato mondo delle telecomunicazioni.

Da mesi va avanti un “surreale” tavolo tecnico presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, nel quale è completamente assente la voce dei rappresentanti dei lavoratori, e dove si fatica ad immaginare di cosa si dibatta. Fra un’audizione e l’altra TIM, anche grazie all’offerta formalizzata da Cassa Depositi e Prestiti, si avvia velocemente a spezzare in maniera definitiva l’unicità dell’azienda; Vodafone chiede una riduzione dei costi pari al taglio di circa 1000 posti di lavoro, il 20 per cento dell’attuale forza lavoro; Windtre ha ufficializzato la vendita dell’infrastruttura di rete imboccando una strada sbagliata e piena di incognite occupazionali, British Telecom ed Ericsson hanno formalizzato, anche loro, eccedenze.

Ogni anno fallisce un importante soggetto fra i call center in outsourcing, mentre quelli che rimangono non riescono a garantire alcuna stabilità occupazionale ed economica, ricorrendo quotidianamente ad ammortizzatori sociali.

È evidente quanto il modello industriale del settore sia sbagliato. La parcellizzazione dell’ex monopolista non migliorerà la situazione, anzi il Paese sarà privo di un campione nazionale che dovrebbe stabilizzare il comparto evitandogli di ridursi ad un “emporio” di sole vendite, per altro a prezzi sempre più stracciati.

Ormai è chiaro che il progetto Minerva, col quale si era presentato l’attuale Governo, si è consumato come una scatola di omonimi fiammiferi. Da oltre un decennio il Sindacato confederale, tenuto conto dei modelli applicati in altri paesi d’Europa che hanno permesso sviluppo ed investimenti, ha suggerito e sollecitato il mantenimento del ruolo di incumbent per l’ex monopolista del settore. Purtroppo, tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, non hanno mai ritenuto di dover difendere questa posizione con le autorità europee, tollerando almeno due pesi e due misure, condannando alla depauperazione infrastrutturale e tecnologica l’ex monopolista. Una politica che ha condannato il Paese agli ultimi posti in Europa in termini di qualità della connessione offerta alla propria cittadinanza.

Il combinato disposto di politiche aziendali miopi, legate a scelte finanziarie senza alcuna visione industriale, e la totale assenza delle istituzioni, che hanno consegnato al mercato il ruolo regolatorio, non farà altro che accompagnare il settore ad un inesorabile ridimensionamento. Il futuro che si prospetta, in assenza di una netta inversione di tendenza, sarà la creazione di micro-gestori virtuali, con scarsissima occupazione e infrastrutturazione tecnologica azzerata.

È tempo che ciascuno assuma le proprie responsabilità. Il settore delle TLC deve tornare ad essere il motore attivo della transizione digitale del Paese, deve rinnovarsi ed attrarre nuovi talenti.

Al contempo, bisogna puntare alla ri-professionalizzazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori verso i nuovi mestieri di cui un settore in costante evoluzione necessita. Ancor più necessaria risulta questa riconversione nel mondo dei customer, dove, a causa degli effetti dell’avanzamento dei processi di digitalizzazione, migliaia di attività rischiano di esser superate dalla gestione dell’uomo!

Non è più rinviabile l’innalzamento della qualità dell’occupazione del settore, mettendo le persone nelle condizioni di cogliere la sfida della rivoluzione tecnologica in corso. Solo così si migliorano le condizioni di lavoro e si garantisce un futuro lavorativo alle persone.

Occorre, con fermezza e determinazione, dire BASTA a tagli dell’occupazione e dei salari.

BASTA gestioni che non fanno gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori del settore e men che mai del Paese, ma solo quelli di fondi di investimento o gruppi finanziari esteri.

BASTA ad essere confinati come fanalino di coda dell’Europa nella strategica rivoluzione digitale in corso.

Sono a rischio reale oltre 20.000 posti di lavoro diretti nel solo perimetro delle Telco, senza calcolare gli effetti che saranno generati nell’intero sistema degli appalti del settore, sia per quel che concerne l’impiantistica, la manutenzione, l’installazione delle reti sia fisse che mobili, che per il settore dell’assistenza clienti nella sua interezza.

Contro un modello industriale sbagliato, contro la miopia delle aziende e l’assenza di lungimiranza dei Governi nei confronti di questo settore fortemente strategico, SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL nei prossimi giorni apriranno le procedure di raffreddamento, nel corso delle prossime settimane convocheranno attivi per preparare le assemblee in ogni luogo di lavoro in vista delle iniziative a difesa dei lavoratori, per arrivare alla mobilitazione di tutto il settore.

Riprendiamoci il futuro!

MARTEDI' 6 GIUGNO SCIOPERO DI TUTTO IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI PER L'INTERO TURNO DI LAVORO

mercoledì 3 maggio 2023

Procedura di licenziamento collettivo

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di avvio della procedura di licenziamento collettivo di Ericsson Telecomunicazioni SpA, datata 3 maggio 2023.

La lettera è consultabile QUI.


lunedì 17 aprile 2023

Elezioni per il rinnovo dei delegati del fondo pensione Telemaco

Il 18 e 19 aprile 2023 si vota per rinnovare l'assemblea nazionale dei delegati dei lavoratori al fondo Telemaco.

Il voto si esprime esclusivamente online attraverso il portale https://www.fondotelemaco.it .

Pubblichiamo un TUTORIAL per le votazioni e la lista dei CANDIDATI FISTEL-CISL.

Buon voto!


martedì 11 aprile 2023

Al via la mobilitazione del settore TLC. A rischio 20.000 posti di lavoro diretti e migliaia negli appalti

Il settore delle Telecomunicazioni è arrivato ad un bivio drammatico. Le contraddizioni che il sindacato confederale unitariamente denuncia da anni, in solitaria e senza la giusta attenzione delle Istituzioni, stanno esplodendo con una veemenza che rischia di impattare pesantemente sull’intero perimetro occupazionale del settore.

È giunto il tempo di contrastare, con forza, una deriva che rischia di affossare il comparto, avviando un percorso di mobilitazione che interessi tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore.

Il modello economico assunto ha prodotto, nell’ultimo ventennio, dinamiche completamente sbagliate. Il settore delle telecomunicazioni, in tutti i paesi tecnologicamente avanzati, è uno dei pochi comparti ancora in grado di coniugare occupazione di qualità nonostante la fase di grande difficoltà che tutto il continente attraversa. In termini di risultati economici, volendo comparare le performances 2022 delle Telco europee rispetto al mercato italiano, si evidenzia un quadro con qualche sofferenza nell’intero Continente, ma di certo non paragonabile a quanto avviene nel Paese. Un mercato che brucia oltre un miliardo di ricavi l’anno, con un lento e inesorabile “stillicidio” occupazionale, che nell’ultimo decennio ha praticamente dimezzato la forza lavoro dei maggiori gestori italiani.

Sul versante occupazionale, infatti, il settore è stato caratterizzato negli ultimi 15 anni dal continuo ricorso ad ammortizzatori sociali, esodi incentivati, tagli nella contrattazione aziendale, perdite di professionalità importanti, e blocco pressoché totale del ricambio generazionale. La ricetta messa in campo, di recente, dalle principali Telco per gestire gli effetti di un mercato deregolamentato, è quella di dividere l’industria (le infrastrutture di rete) dai servizi. Una impostazione miope che impoverirà ancor di più il settore, trasformando aziende leader del comparto TLC a meri rivenditori di servizi, i cui azionisti di riferimento non sono neanche italiani.

Questa prospettiva preoccupa fortemente, in particolar modo per quanto riguarda le società che rimarranno senza infrastrutture di proprietà, e con ancora un saldo occupazionale importante. In un contesto di mercato ipercompetitivo, le aziende, per poter sostenere questo modello, dovranno continuare a rivedere al ribasso la struttura dei costi, andando a colpire inesorabilmente il costo del lavoro, generando una conseguente continua riduzione dei perimetri occupazionali. Estremamente preoccupante la condizione di TIM, in un modello così definito, tenuto conto dell’impressionante mole debitoria che grava sull’azienda per circa 23 miliardi di euro. Da anni il Sindacato chiede di aprire un confronto con le Istituzioni relativamente alla situazione dell’ex monopolista, e da anni sistematicamente l’unica risposta è l’imbarazzante silenzio dei vari esecutivi, che preferiscono sfuggire al problema anziché provare a trovare quelle soluzioni che garantiscano al Paese la possibilità di avere un soggetto nazionale di riferimento, così come avviene in tutti i principali paesi europei.

La situazione non è migliore nel comparto dei customer in outsourcing, già storicamente in affanno, con le aziende più rappresentative impegnate a ricercare soluzioni ai mali atavici del settore, minacciando ad ogni rinnovo, l’uscita dal contratto delle Telecomunicazioni.

Una ulteriore scelta miope e senza una visione prospettica. Ridurre salari e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori non metterebbe in sicurezza il settore dalle politiche “ribassiste” della committenza. In assenza di una legge sulla rappresentanza, o di un intervento governativo che stabilisca il contratto di riferimento, ci sarà sempre chi troverà un contratto dal costo inferiore per poter offrire ulteriori ribassi, o ancora, alternative peggiori quali il ricorso all’offshoring.

Nonostante le importanti conquiste ottenute dal Sindacato confederale (la legge sulla “Clausola sociale” per gestire i cambi appalto, le tabelle ministeriali per il costo del lavoro minimo), ancora oggi troppi committenti, a cominciare dalla pubblica amministrazione, ricorrono a fornitori che applicano contratti “pirata” che generano esclusivamente abbattimenti di salario e riduzioni diritti per le lavoratrici ed i lavoratori. Non è più rinviabile per questo settore stabilire il contratto di riferimento, così da impedire questa rincorsa verso l’abisso.

È questa la vera battaglia da sostenere a tutela dell’intero settore Crm/Bpo!!!

Nello scenario descritto, le Istituzioni non stanno svolgendo alcun ruolo regolatorio, nessun intervento strutturale che possa dare stabilità al settore rilanciando un asset strategico per il sistema paese e tutelando oltre 120mila addetti che operano nel variegato mondo delle telecomunicazioni.

Da mesi va avanti un “surreale” tavolo tecnico presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, nel quale è completamente assente la voce dei rappresentanti dei lavoratori, e dove si fatica ad immaginare di cosa si dibatta. Fra un’audizione e l’altra TIM, anche grazie all’offerta formalizzata da Cassa Depositi e Prestiti, si avvia velocemente a spezzare in maniera definitiva l’unicità dell’azienda; Vodafone chiede una riduzione dei costi pari al taglio di circa 1000 posti di lavoro, il 20 per cento dell’attuale forza lavoro; Windtre ha ufficializzato la vendita dell’infrastruttura di rete imboccando una strada sbagliata e piena di incognite occupazionali, British Telecom ed Ericsson hanno formalizzato, anche loro, eccedenze.

Ogni anno fallisce un importante soggetto fra i call center in outsourcing, mentre quelli che rimangono non riescono a garantire alcuna stabilità occupazionale ed economica, ricorrendo quotidianamente ad ammortizzatori sociali.

È evidente quanto il modello industriale del settore sia sbagliato. La parcellizzazione dell’ex monopolista non migliorerà la situazione, anzi il Paese sarà privo di un campione nazionale che dovrebbe stabilizzare il comparto evitandogli di ridursi ad un “emporio” di sole vendite, per altro a prezzi sempre più stracciati.

Ormai è chiaro che il progetto Minerva, col quale si era presentato l’attuale Governo, si è consumato come una scatola di omonimi fiammiferi. Da oltre un decennio il Sindacato confederale, tenuto conto dei modelli applicati in altri paesi d’Europa che hanno permesso sviluppo ed investimenti, ha suggerito e sollecitato il mantenimento del ruolo di incumbent per l’ex monopolista del settore. Purtroppo, tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, non hanno mai ritenuto di dover difendere questa posizione con le autorità europee, tollerando almeno due pesi e due misure, condannando alla depauperazione infrastrutturale e tecnologica l’ex monopolista. Una politica che ha condannato il Paese agli ultimi posti in Europa in termini di qualità della connessione offerta alla propria cittadinanza.

Il combinato disposto di politiche aziendali miopi, legate a scelte finanziarie senza alcuna visione industriale, e la totale assenza delle istituzioni, che hanno consegnato al mercato il ruolo regolatorio, non farà altro che accompagnare il settore ad un inesorabile ridimensionamento. Il futuro che si prospetta, in assenza di una netta inversione di tendenza, sarà la creazione di micro-gestori virtuali, con scarsissima occupazione e infrastrutturazione tecnologica azzerata.

È tempo che ciascuno assuma le proprie responsabilità. Il settore delle TLC deve tornare ad essere il motore attivo della transizione digitale del Paese, deve rinnovarsi ed attrarre nuovi talenti.

Al contempo, bisogna puntare alla ri-professionalizzazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori verso i nuovi mestieri di cui un settore in costante evoluzione necessita. Ancor più necessaria risulta questa riconversione nel mondo dei customer, dove, a causa degli effetti dell’avanzamento dei processi di digitalizzazione, migliaia di attività rischiano di esser superate dalla gestione dell’uomo!

Non è più rinviabile l’innalzamento della qualità dell’occupazione del settore, mettendo le persone nelle condizioni di cogliere la sfida della rivoluzione tecnologica in corso. Solo così si migliorano le condizioni di lavoro e si garantisce un futuro lavorativo alle persone.

Occorre, con fermezza e determinazione, dire BASTA a tagli dell’occupazione e dei salari.

BASTA gestioni che non fanno gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori del settore e men che mai del Paese, ma solo quelli di fondi di investimento o gruppi finanziari esteri.

BASTA ad essere confinati come fanalino di coda dell’Europa nella strategica rivoluzione digitale in corso.

Sono a rischio reale oltre 20.000 posti di lavoro diretti nel solo perimetro delle Telco, senza calcolare gli effetti che saranno generati nell’intero sistema degli appalti del settore, sia per quel che concerne l’impiantistica, la manutenzione, l’installazione delle reti sia fisse che mobili, che per il settore dell’assistenza clienti nella sua interezza.

Contro un modello industriale sbagliato, contro la miopia delle aziende e l’assenza di lungimiranza dei Governi nei confronti di questo settore fortemente strategico, SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL nei prossimi giorni apriranno le procedure di raffreddamento, nel corso delle prossime settimane convocheranno attivi per preparare le assemblee in ogni luogo di lavoro in vista delle iniziative a difesa dei lavoratori, per arrivare alla mobilitazione di tutto il settore.

Riprendiamoci il futuro!

 

Le Segreterie Nazionali

SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

giovedì 6 aprile 2023

Comunicato piano industriale ed esuberi

Nella giornata del 05 Aprile si è svolto l’incontro da remoto tra le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, UGL Telecomunicazioni, le Rsu ed i rappresentanti dell’azienda Ericsson Italia per un confronto sull’andamento aziendale ed il piano industriale.

L’azienda ha rappresentato lo stato economico e finanziario dell'intero Gruppo a livello mondiale, per il quale il CEO ha preannunciato, nei mesi scorsi, un taglio di circa 8mila lavoratori su un totale di 102mila complessivamente impiegati, esaminando in maniera dettagliata tutti i fattori del mercato di riferimento.

La presenza di Ericsson, che dura da oltre 100 anni in Italia, è un fattore determinante che ha contribuito allo sviluppo del nostro paese con tecnologia, brevetti e personale formato e di alto profilo. La crisi economica derivante dall'emergenza sanitaria Covid19, la guerra con conseguente aumento del costo dell’energia, l’emorragia sulla marginalità da parte degli operatori di Telco a fronte di un aumento esponenziale di richiesta di traffico dati sono interpretate, per il 2023 ed oltre, da parte di Ericsson come elementi che inducono a ripensare l’approccio al proprio mercato con un focus sul 5G, Cloud ed Enterprise per mantenere la leadership supportata dai 3 centri di ricerca.

Ovviamente la contrazione del mercato si riflette anche su aziende che operano, come Ericsson, prevalentemente su commesse e su gare in appalto ed in un contesto politico sordo di fronte ad un settore che necessita di ingenti investimenti strutturali, e richiede notevoli costi per la continua formazione del personale.

Una non corretta gestione della “Golden Power” sulla sicurezza delle reti ed il mancato “share” dei ricavi con i gestori di contenuti sono temi che, per il mercato delle TLC, non sono più differibili.

E’ stata, altresì, annunziata dall’AD una presentazione sul riassetto aziendale, sulle nuove sfide che presenterà il mercato, che per Ericsson prevede eccedenze di figure professionali sull’azienda Italia oggi quantificabili in circa 150 unità lavorative, la cui uscita, con modalità dichiarate non traumatiche, dovrà avvenire entro il corrente anno.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil ed UGL Tlc hanno espresso grande preoccupazione innanzi l’ennesima azienda del settore che, a fronte della contrazione dei ricavi, dichiara la propria volontà di avviare iniziative volte al contenimento dei costi, con pesanti impatti sulle lavoratrici e sui lavoratori seppur con modalità ed iniziative non ostili e concordate.

Ridurre i costi, tagliare personale. Vecchie ricette di fronte a nuove sfide che il mercato, soprattutto digitale, propone.

Il settore delle telecomunicazioni sta attraversando una profonda crisi sistemica, in un comparto che vive il paradosso di vedere contrarre i ricavi nonostante un aumento esponenziale della domanda di connettività e servizi collegati. Pur ribadendo la piena disponibilità sindacale a ricercare ogni soluzione non traumatica per la gestione delle eccedenze, le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e UGL Tlc ritengono necessario che il posizionamento di Ericsson sia ricondotta nell'alveo di una vertenza complessiva di settore al fine di ricercare risposte strutturale a tutela dell'intero perimetro occupazionale.

Roma, 5 aprile 2023

LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, UGL TELECOMUNICAZIONI

mercoledì 1 febbraio 2023

Comunicato sindacale 31 gennaio 2023

Mancato accordo presso il Ministero del Lavoro. Ericsson avvierà 48 licenziamenti

Nella giornata odierna, al termine dell’ultimo incontro convocato per la procedura di licenziamento, considerato il permanere delle distanze tra le parti, Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, preso atto del mancato raggiungimento di un accordo tra le Parti, ha dichiarato conclusa con esito negativo la procedura di cui agli artt. 4 e 24 della legge n. 223/91.

Nonostante la piena disponibilità dichiarata dalle organizzazioni sindacali a ricercare ogni soluzione possibile a scongiurare i licenziamenti, Ericsson Italia non ha inteso accogliere alcuna proposta, rimanendo ferma sull’avvio dei licenziamenti a partire dalla giornata di domani.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni hanno ribadito, ancora oggi, per l’ennesima volta, la propria totale disponibilità ad addivenire ad un accordo che attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, la ricollocazione del personale e l’incentivazione all’esodo su base volontaria, scongiurasse la riduzione del personale per i 48 lavoratori interessati.

La totale chiusura dell’azienda a ricercare soluzioni non traumatiche, evidenziata per tutto il corso della procedura, sia nella fase di confronto aziendale che in quella ministeriale, ha reso vano ogni tentativo di mediazione.

Dopo il dramma dei licenziamenti del 2017, e tutto il contenzioso legale che ne è derivato, Ericsson si rende nuovamente protagonista di un dramma sociale che andrà ad interessare diversi territori del paese.

 Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, nel condannare con fermezza l’atteggiamento di Ericsson e la sua posizione intransigente, considerano la chiusura di questa vertenza, con questo infelice epilogo, una ferita indelebile per l’intero settore delle telecomunicazioni. Il sindacato confederale è stato, e sarà, al fianco dei lavoratori nel sostenere presso le sedi deputate i diritti dei lavoratori colpiti da questa becera riduzione del personale.

Roma, 31 gennaio 2023

LE SEGRETERIE NAZIONALI

SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, UGL TELECOMUNICAZIONI

venerdì 27 gennaio 2023

Comunicato nazionale e dichiarazione di sciopero

Lo scorso 25 gennaio, in modalità telematica, si è svolto presso il Ministero del Lavoro l’incontro tra i rappresentanti aziendali di Ericsson Italia, le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, il coordinamento RSU, in relazione alla procedura di licenziamento che interessa 48 lavoratori.

Al precedente incontro, in prossimità della scadenza dei 75 giorni della procedura, le organizzazioni sindacali, con l’ausilio del Ministero, avevano ottenuto uno slittamento dei termini al 31 gennaio, per provare a ricercare soluzioni alternative al licenziamento. Il tempo trascorso non ha però portato alcun avanzamento alla trattativa. Nonostante le Segreterie nazionali abbiano dato ampia disponibilità nell’individuare ogni possibile soluzione che scongiurasse i licenziamenti, dal ricorso agli ammortizzatori sociali, al reskilling verso altre attività, ed in extremis alla incentivazione all’esodo, l’atteggiamento aziendale è stato di totale chiusura.

Neanche l’intervento del Ministero, che ha offerto una serie di suggerimenti per evitare azioni traumatiche, ha portato Ericsson a rivedere la propria decisione.

L’azienda ha confermato la propria disponibilità a riconoscere, come fatto in passato, sia incentivazioni all’esodo, oltre che un riconoscimento economico relativamente ad eventuali contenziosi pregressi. In ogni caso con fermezza, ha ribadito la cessazione dei rapporti di lavoro, a partire dai giorni successivi al 31 gennaio, per i 48 dipendenti oggetto della procedura di riduzione del personale.

Innanzi a distanze così evidenti tra le parti, registrata la totale indisponibilità aziendale a rivedere la propria decisione, il ministero ha aggiornato incontro al prossimo 31 gennaio.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni condannano l’atteggiamento di totale chiusura assunto da Ericsson per tutta la durata del negoziato. A partire dal primo confronto in sede aziendale, l’azienda ha respinto ogni tipo di soluzione proposta dal sindacato per scongiurare la perdita di 48 posti di lavoro. L’assenza di un approccio costruttivo al confronto, lato aziendale, è stata manifestata anche nel corso degli incontri ministeriali, rifiutando ogni tentativo di mediazione realizzato dal Ministero del Lavoro.

Dopo il dramma sociale generato dai licenziamenti del 2017, ed il relativo contenzioso generato, che ha visto soccombere Ericsson nelle aule di Tribunale, ci si ritrova nuovamente innanzi lo stesso scenario con una azienda che, con la stessa arroganza, rifiuta ogni soluzione volta a scongiurare i licenziamenti.

Le organizzazioni sindacali tenteranno ogni strada possibile, fino all’ultimo minuto possibile per mantenere inalterato il perimetro occupazionale di Ericsson Italia, puntando alla salvaguardia dei 48 posti di lavoro.

A sostegno delle rivendicazioni sindacali a difesa dell’occupazione, le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni invitano tutte le lavoratrici ed i lavoratori di Ericsson a mobilitarsi, aderendo allo sciopero per l’intero turno di lavoro, previsto per il prossimo 31 gennaio 2021.

Roma, 26 gennaio 2023

LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, UGL TELECOMUNICAZIONI

venerdì 13 gennaio 2023

Comunicato sindacale unitario

In data odierna si è svolto, presso la sede del Ministero del Lavoro, tra le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni ed i rappresentanti dell’azienda Ericsson il primo incontro relativo alla procedura di licenziamento in corso.

Le organizzazioni sindacali hanno ribadito le forti preoccupazioni, ed il rischio di tenuta sociale, derivante dalla mancanza di una soluzione complessiva non traumatica per i 48 lavoratori coinvolti dalla procedura di riduzione del personale. L’auspicio sindacale è che l’azienda, come fatto nel corso degli ultimi 4 anni, voglia ricercare un accordo con le organizzazioni sindacali che scongiuri i licenziamenti annunciati, invitando a proseguire sulla strada della riqualificazione professionale attraverso la formazione e agevolando uscite volontarie attraverso incentivazioni all’esodo congrue.

L’azienda Ericsson ha ribadito la totale indisponibilità a ripetere soluzioni già percorse che negli ultimi 4 anni non hanno traguardato gli obiettivi chiesti dalla Corporate, dichiarando la volontà di voler portare a termine la procedura di riduzione del personale entro il prossimo 19 gennaio.

Tenuto conto delle distanze incolmabili tra le parti, con l’ausilio del Ministero del Lavoro, si è condivisa l’opportunità di differire la scadenza della procedura al termine del mese di gennaio.

L’azienda ha ribadito la disponibilità a riconoscere, fuori procedura, incentivazioni all’esodo di cifre importanti per coloro che manifestassero interesse a rescindere consensualmente il contratto, prevedendo anche ulteriori somme per la chiusura dei contenziosi in essere.

Il tavolo si è aggiornato a giorno 25, ed in assenza di accordo a quella data, all’ultimo giorno utile previsto il 31 gennaio.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni esprimono grande preoccupazione per il futuro occupazionale dei 48 lavoratori coinvolti dalla procedura di riduzione del personale, stigmatizzando la totale chiusura aziendale a ricercare soluzioni non traumatiche, oltre l’incentivazione all’esodo. Nel confermare lo sciopero precedentemente dichiarato, che prevedono ulteriori 2h di astensione dal lavoro a fine turno per domani 13 gennaio, le organizzazioni sindacali annunceranno, nei prossimi giorni, ulteriori iniziative di protesta da metter in campo per convincere Ericsson ad individuare soluzioni alternative, che non impattino sul futuro occupazionale dei lavoratori coinvolti dalla riduzione di personale.

Roma, 12 gennaio 2023

LE SEGRETERIE NAZIONALI

SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, UGL TELECOMUNICAZIONI